venerdì 19 maggio 2017
Linguaggio e classe sociale, Don Milani
Diversi studiosi si sono occupati del ruolo dell'estrazione sociale legato all'apprendimento del linguaggio: tra questi anche l'inglese Basil Bernstein che distinguendo 2 codici linguistici, il codice ristretto e quello elaborato, ha elaborato la teoria della deprivazione verbale.
Codice ristretto: è legato al contesto, è caratterizzato da poche sfumature sintattiche e i significati rimangono impliciti, con poca attenzione per i rapporti complessi.
Codice elaborato: non è legato al contesto, è articolato dal punto di vista sintattico, elabora sensazioni ed emozioni ed è ricercato.
Secondo questa teoria, un bambino che ha un codice elaborato sarà in grado di assemblare una frase più articolata, complessa e ricca di particolari rispetto ad un bambino con un codice ristretto.
Gli studi di Bernstein vennero condotti facendo riferimento alla classe operaia e alla classe media, al loro termine si poté provare che mentre la classe media sapeva padroneggiare entrambi i codici, quella operaia era in grado di utilizzare solo il codice ristretto. Questo stava perciò alla base del fatto che il percorso scolastico dei figli della classe operaia era caratterizzato da diversi insuccessi, e spinse all'elaborazione di nuovi programmi scolastici.
Secondo gli studi condotti dall'americano William Labov, il quale studiò la lingua parlata nel ghetto nero di New York, anche attraverso un linguaggio meno colto, si poteva esprimere qualsiasi concetto e con una verbalizzazione ricca: non c'era quindi una lingua superiore ad un'altra, semplicemente lingue diverse.
Tra le persone che si occuparono dello sviluppo della capacità linguistiche, ci fu anche il sacerdote Lorenzo Milani, che ha diretto la scuola di Barbiana, in Toscana, dove accoglieva i bambini respinti dalle scuole medie, rafforzando le loro capacità linguistiche. Tra le sue frasi celebri c'era "più parole, più idee".
giovedì 11 maggio 2017
La comunicazione

Tutti gli esseri viventi comunicano tra loro con mezzi diversi: la voce, i gesti, la postura, i movimenti...La parola comunicare deriva dal latino "comunico", ovvero mettere in comune, condividere informazioni, emozioni o esperienze. Per gli esseri umani comunicare è un esigenza quotidiana e nonostante sembri un procedimento semplice, in realtà richiede diverse competenze.
La comunicazione coinvolge molti elementi che sono stati studiati dallo studioso russo Roman Jakobson in un suo modello e che riguardano principalmente la comunicazione verbale. Secondo questo modello, il mittente (colui che invia le informazioni) trasmette un messaggio utilizzando un codice al destinatario(colui che riceve le informazioni) . Il mittente ha il compito di codificare il messaggio cioè organizza le informazioni secondo il codice e il destinatario ha il compito di decodificarlo, ovvero interpretarlo. Un ruolo importante è ricoperto dal canale (il mezzo fisico con il quale vengono trasportate le informazioni), inoltre l'oggetto del messaggio è detto referente e la situazione comunicativa è detta contesto.
Esistono anche altri tipi di canali, ad esempio quello visivo-cinesico (permette di cogliere gesti ed espressioni), quello motorio-tattile (nel caso della stretta di mano) e quello chimico-olfattivo (tipico del mondo animale). Nella comunicazione possono incorrere ostacoli di vario tipo e se mittente e destinatario non danno lo stesso significato ad alcuni elementi della comunicazione si dice che non c'è sintonia. http://www.inventati.org/emiliaparanoica/comunicazione.html
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